I cristiani: dalle persecuzioni a religione di stato

DiMagnus

I cristiani: dalle persecuzioni a religione di stato

Gesù affidò ai suoi apostoli il compito di diffondere la fede cristiana. Sin dall’inizio, il messaggio del Vangelo iniziò quindi a viaggiare fino ai confini del mondo conosciuto, per raggiungere popoli con diverse culture religiose e portare il suo messaggio di salvezza. Ben presto, si iniziarono a formare le prime comunità anche a Roma, che, nel I secolo d.C., era il fulcro politico e culturale dell’Europa, dell’Asia Minore e dell’Africa.

Le catacombe

Al contrario di quanto viene generalmente raccontato, le catacombe non erano un luogo utilizzato dai cristiani per sfuggire alla persecuzione, ma erano invece cimiteri la cui ubicazione era ben conosciuta dalle autorità, e sarebbe stato quindi inutile nascondersi al loro interno. Questi luoghi sotterranei erano usati per seppellire i defunti e commemorare i morti (da qui la presenza di stanze con altari). Le catacombe erano un modo per tenere unito il “corpo” della comunità cristiana anche dopo la morte.

Le persecuzioni

Il popolo della Chiesa è stato purtroppo oggetto di numerose persecuzioni, che sono tristemente presenti ancora oggi, in zone del mondo dove l’intolleranza verso i principi religiosi e gli interessi terreni di criminali (piccoli e grandi) portano anche all’uccisione o all’allontanamento sia di persone appartenenti al clero che di laici.

Le persecuzioni iniziarono circa cinquant’anni dopo la morte e resurrezione di Cristo, sotto il regno di Nerone. Le motivazioni erano principalmente politiche, in quanto gli ideali di uguaglianza del messaggio evangelico e la fede in un Dio ultraterreno poco si conciliavano con la gerarchia romana e con il culto dell’imperatore. Tra periodi di repressione cruenta e altri di relativa tranquillità, si giunse alle terribili persecuzioni messe in atto dall’imperatore Diocleziano a metà del III secolo. L’intenzione era quella di cancellare la Chiesa, eliminando fisicamente tutti i suoi rappresentanti e fedeli.

L’editto di tolleranza e Costantino

Nel famoso editto del 311, Galerio motivava la fine della persecuzione con il fatto che ormai i pochi che ancora si ostinavano nel proprio credo erano stati privati dei loro luoghi per pregare, mentre gli altri erano stati dissuasi o dispersi, non causando più una minaccia per lo Stato. Le ragioni, in verità, erano ben diverse: la comunità cristiana era infatti talmente estesa, ormai, che qualsiasi tentativo di eliminarla sarebbe stato uno sforzo non più sostenibile dall’Impero, e di sicuro insuccesso. Con la conversione dell’imperatore Costantino, la religione cristiana viene riconosciuta, a tutti gli effetti, come religione di stato con l’Editto di Milano (313).

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